domenica 19 giugno 2022

A Santa Rita (Padova) : dall'Antico Forno alla Via delle Buone Cose

 



Mi capita spesso di 'cliccare' sulla pagina facebook SANTA RITA-un quartiere da vivere ogni giorno, perchè mi suggerisce una idea concreta di comunità.

"Vogliamo raccontare Santa Rita, un rione centrale della città di Padova.

Abitare il quartiere per noi è sentirsi ospitati da uno spazio che ci accoglie, ci chiede cure, dove si possono incontrare gli altri e insieme creare comunità ".


Una Parrocchia della Diocesi di Padova assai vivace .La chiesa, conosciuta popolarmente anche come "Chiesa di Santa Rita" è storicamente un luogo di fede e raccoglimento

La chiesa è dedicata ai santi fratelli Canziano, Canzio, Canzianilla e a Proto, martiri di Aquileia (31 maggio 304). I lavori di ricostruzione ed ampliamento della chiesa primitiva, una delle più antiche della città, gravemente danneggiata dal disastroso terremoto del 1117 e dal terribile incendio del 1174, furono terminati nel 1617. Durante i lavori la zona presbiteriale fu trasferita da est a sud, ma il campaniletto romanico rimase inalterato.

Il restauro del 1955 ha messo in luce, sul fianco destro della attuale costruzione, parte della vecchia facciata con il rosone ed alcune finestrelle di un periodo che si ritiene successivo al 1117.

Il motivo dell'arco di trionfo romano, ripreso sulla facciata, è attribuito ad un architetto locale di cultura palladiana, Vincenzo Dotto o Giambattista della Sala. All'interno di nicchie poste tra gli intervalli delle semicolonne, due statue in pietra tenera, del padovano Antonio Bonazza (1698-1763), rappresentano la Purezza e l'Umiltà.

Posti sopra l'attico, troviamo le statue dei quattro Evangelisti e i due bassorilievi con episodi della vita di San Canziano, opere realizzate da Pietro Danieletti (1712-1779).




Così è del tutto piacevole realizzare una sosta gustosa all'Antico Forno, punto di incontro vitale

del rione. "Discendo da una famiglia di Mastri panificatori siciliani- ci racconta Giuseppe Bonaccorso-. Mi sono trasferito con la moglie padovana in città, ove importo il mio sapere sui lievitati. Ben presto mi sono appassionato alla pasticceria e nel 2002 inizia l’esperienza di successo dell’Antico Forno. «Siamo partiti in 4, ora abbiamo uno staff di 52 collaboratori, di cui 13 in produzione. Per primi abbiamo creduto nell’unione tra pane, pasticceria e caffè, e la crescita dell’attività ci conferma che la strada è quella giusta "


Un percorso di espansione continua, lungo il quale non possono mai mancare due cose: far sentire il cliente a casa e non scendere mai a compromessi sulla qualità della materia prima. «Una delle nostre carte vincenti è il servizio: offrire un sorriso è fondamentale per far tornare il cliente. L’altra sono gli ingredienti, che selezioniamo in prima persona, dalla vaniglia in bacche alle arance di Sorrento».


Ma uno dei punti forti de l'Antico Forno è il caffè.

«Il 60% del nostro fatturato proviene dal bar, perciò offrire un caffè a regola d’arte è d’obbligo. Con la torrefazione Diemme abbiamo ad esempio messo a punto una miscela adatta a essere servita al tavolo e non al banco, per rispettare le norme vigenti senza perdere in qualità».


Ed è proprio qui, a Santa Rita, che è nata l'idea di Borghi d'Europa di costruire la Via delle Buone Cose, un percorso di informazione dedicato alla leggendaria figura del giornalista enogastronomo Luigi Veronelli che , fra le altre, dedicava una guida con questo nome agli Indirizzi di Gola.

Il grande Luigi Veronelli avrebbe citato senza alcun dubbio nelle sue guide l'Antico Forno.



Renzo Lupatin

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