Martina
e Fabio sono i numi tutelari di Pane di Marca, con sede a Pezzan di
Carbonera.
Il
loro talento lo abbiamo apprezzato degustando degli ottimi panini e
le loro brioches in una autentica tana del gusto, il bar caffetteria
Jera Ora di Cendon di Silea.
Così,
sempre incuriositi da chi pratica le virtù della passione per il
proprio mestiere e della bontà, siamo andati a conoscerli, per
invitarli a far parte della squadra che realizza i percorsi di
informazione di 'Comunicare per Esistere 2015'.
Anzitutto
Martina e Fabio sono per davvero entusiasti della propria
professione. La ricerca delle materie prime ; le lavorazioni
rigorosamente artigianali ; l'esclusione di conservanti o similia ;
la
rinuncia ai semilavorati di provenienza industriale, sono i 'cardini'
di un mestiere antico, ma continuamente in evoluzione.
Sottolineiamo
poi una buona dose di umiltà che non significa sottovalutazione del
proprio impegno e del proprio valore, ma lucida disponibilità al
confronto, ad imparare qualcosa di nuovo.
“
Va da sé- osservano Martina e Fabio-, che noi artigiani diamo il
tempo alla pasta di lievitare senza utilizzare gli acceleratori di
lievitazione. Inoltre nella lavorazione industriale si usa di
procedere ad una prima parziale cottura del pane, che viene poi
surgelato e portato a fine cottura . Nel pane occidentale, lievitato,
così come lo produciamo e lo consumiamo da secoli nel nostro Paese,
la lievitazione è uno degli elementi fondamentali e questa ha
bisogno di seguire il suo percorso naturale per ottenere un buon
pane, che non ci provoca disturbi e si conserva per giorni in modo
altrettanto naturale. “
Poi
vi sono i dolci,che seguono la medesima filosofia produttiva.
Ma
Pane di Marca è anche bar e caffetteria, ove degustare con piacere e
soddisfazione, i frutti
della
creatività di casa.
“Il
nostro è un mestiere impegnativo, ma fornai non si diventa a
trenta, quaranta o a cinquant'anni.
Uno
diventa fornaio dopo che sta minimo cinque/sei anni dentro al forno,
allora comincia a capire qualche cosa, non si può pretendere con un
mese, con due mesi di formazione di saper fare il pane.
I
panificatori si li cercano, ma credono che con due mesi di
formazione, due o tre mesi di formazione, si impara a fare il pane.
Fare è facile, difficile è fare bene. A fare che ci vuole, impasti
acqua, sale, lievito e farina ed è fatto il pane, ma bisogna vedere
che pane si tira fuori.”
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